Accesso ai Contenuti Riservati


Una Madonna umana

Amo particolarmente questo affresco che presento ai miei ragazzi senza troppi preamboli. Accendo la LIM, proietto questa immagine e gli domando chi sia il soggetto. La veste azzurra li aiuta, […]

Scritto da Federica Ciribì

Sono Architetto e Dottore di ricerca in Recupero Edilizio ed Ambientale. Sono abilitata all’insegnamento di “Arte e Immagine” e di “Disegno e Storia dell’Arte” presso l’Accademia di Belle Arti di Brera e all’insegnamento di “Costruzioni, tecnologia delle costruzioni e disegno tecnico” presso l’Università degli Studi di Pisa.

Pubblicato il 27 Settembre 2021

La madonna del parto, Piero della Francesca, 1455-1465 circa, Public domain, via Wikimedia Commons

Amo particolarmente questo affresco che presento ai miei ragazzi senza troppi preamboli. Accendo la LIM, proietto questa immagine e gli domando chi sia il soggetto. La veste azzurra li aiuta, così come la presenza dell’aureola.

Presento qui il testo che uso con le mie classi per l’analisi guidata dell’affresco. Troverete sotto anche la scheda da stampare e compilare. La seconda scheda è “facilitata”: i contenuti richiesti sono posti in forma interrogativa per permettere a tutti di lavorare su questa opera.

La Madonna del parto” è un affresco di Piero della Francesca di 203 x 203 cm dipinto presumibilmente tra il 1455 ed il 1465 e originariamente collocato nella Chiesa di Santa Maria in Silvis a Monterchi. Gli storici dell’arte sono concordi nell’affermare che l’attuale collocazione dell’opera, il Museo della Madonna del Parto a Monterchi, abbia snaturato la bellezza dell’affresco, concepito dall’artista in tutt’altro luogo e soprattutto in un momento molto particolare della sua esistenza. 

Lo storico dell’arte contemporaneo Philippe Daverio parla di questa Madonna come di un dipinto archetipo ossia come del primo esemplare di Madonna con queste sembianze. La parola archetipo è utilizzata qui anche per indicare l’aspetto psicologico del lavoro che appare profondamente collegato al sentimento del pittore. Piero aveva perso la mamma proprio nel 1455 e iniziò l’affresco dopo questo lutto: egli era già un affermato pittore e non fu sicuramente un caso se scelse di dipingere nella piccola chiesa di Monterchi, su una povera parete, in un momento così triste per lui, la mamma di tutte le mamme, la Madonna. Non è noto se vi sia stato un committente. 

Piero di Benedetto de’ Franceschi, noto comunemente come Piero della Francesca, nacque intorno al 1420 a Borgo Sansepolcro (Arezzo) e lì morì nel 1492, un anno epocale: quello stesso anno infatti morì anche Lorenzo il Magnifico, fu scoperta l’America e gli ebrei furono cacciati dalla Spagna. 

Piero si formò a Firenze, dove rimase diversi anni, fu apprendista di Domenico Veneziano e studiò a fondo il nuovo metodo prospettico, venendo a contatto con l’opera di Leon Battista Alberti, Brunelleschi e Masaccio. Dopo gli studi tornò nei luoghi di origine, ai quali rimase intimamente legato per tutta la vita e si spostò raramente per svolgere la sua attività artistica, prevalentemente a Urbino, Arezzo, Rimini e Ferrara. Dal 1470 al 1480 frequentò la corte di Federico Montefeltro a Urbino, che in quegli anni fu un importantissimo centro per la rinascita delle arti e dove si trovava la più bella libreria privata d’Italia, seconda solo a quella del Vaticano.  

Maria non è dipinta come una Santa e neppure come la Madre di Dio, è “meravigliosamente” una donna incinta, la cui condizione speciale è annunciata da due angeli che danzando aprono un prezioso sipario. Essi sembrano gemelli e hanno ali, abiti e calzature di colori invertiti. Maria invece indossa una veste azzurra, colore della santità, del mistero e del divino, e la sua morbida pancia è messa in mostra attraverso un’apertura sull’abito. Tiene una mano sul fianco e con l’altra indica proprio questa dolce curva. Nella sua figura elegante e maestosa non c’è né disagio, né stanchezza, né difficoltà. Questa Madonna è rassicurante, regale e popolare insieme ed ha rappresentato per secoli l’immagine su cui le donne incinte hanno pregato in attesa del parto. 

Il linguaggio di Piero è colto e moderno ed il volume solido del corpo di Maria, così come quello degli angeli, ma anche le aureole e i panneggi degli abiti, dimostrano gli studi del pittore sugli affreschi di Masaccio. C’è un punto in cui il Rinascimento cede il passo alla tradizione pittorica del medioevale però: Piero conserva un rapporto dimensionale non realistico tra la Madonna e gli angeli, lei proporzionalmente più grande come era avvenuto in passato, per sottolineare la diversa importanza in quanto mamma di Gesù. 

  • Nota dell’autrice: questa scheda non ha la presunzione, evidentemente, di esaurire l’argomento. E’ destinata alla Scuola Secondaria di Primo Grado. Il mio consiglio è utilizzarla per allenare i ragazzi alla lettura e alla comprensione del testo, invitandoli quindi a compilare l’allegata Scheda di Analisi dell’opera.

[et_bloom_locked optin_id=”optin_11″] SCARICA IL PDF ➡ Scheda di analisi dell’opera – Piero della Francesca – La Madonna del parto[/et_bloom_locked]

0 commenti

Articoli correlati

Quelle come me – Judy Chicago

Quelle come me – Judy Chicago

Judy Chicago è stata nominata nel 2008 da "Time Magazine" una delle 100 personalità in vita più influenti del mondo....

Diario Visivo® 2024© Vietata la copia

Pin It on Pinterest

Shares
Condividi This